Prima della fine

Prima della fine

"Un documentario sentito che sà  cogliere la grandezza di un leader e la partecipazione dei suoi sostenitori. E non solo."

Distribuito nelle sale cinematografiche. Scritto dal nostro docente di Sceneggiatura, Lorenzo Bagnatori. Diretto da Samuele Rossi.




Recensione di Giancarlo Zappoli (My movies, 10 giugno 2024)

Il comizio del 7 giugno 1984 fu l'ultimo che Enrico Berlinguer poté tenere. Colpito da ictus lo portò a termine con fatica. A partire dalle immagini di quella sera si seguono i giorni dell'agonia interpolandoli con brani di discorsi tenuti in precedenza su varie tematiche. Si giunge poi alla camera ardente e ai funerali che videro due milioni di persone presenti.

Un documentario che sa cogliere la grandezza di un leader evidenziando lui in prima persona e l'attenzione partecipe con cui vennero seguiti i suoi ultimi giorni.

Ci sono due frasi che consentono di comprendere quali siano stati gli intenti di Samuele Rossi che già nel passato ha saputo dare prova di sé sia nei documentari che nella fiction. Una è scritta sul registro delle presenze alla camera ardente. Si tratta di una croce a fianco della quale qualcuno ha annotato "non sa scrivere ma ha voluto manifestare ugualmente la sua solidarietà". L'altra è quella pronunciata da Giorgio Almirante, segretario del Movimento Sociale, presentatosi inatteso alla camera ardente: "Sono venuto a rendere omaggio alla salma di un uomo onesto che credeva nelle sue battaglie".

In esse è condensato il senso di questo percorso che segue Berlinguer dall'ultimo comizio fino al tributo di massa delle esequie. Ci fa cogliere, senza trionfalismi retorici ma sottolineando i passaggi fondamentali, quanto la figura dell'uomo politico fosse di rilievo e fosse stata in grado di conseguire un atteggiamento che oggi sembra essere scomparso dal vocabolario della politica: il rispetto degli avversari oltre che l'amore e l'affetto dei propri sostenitori.

L'inserimento di parti delle registrazioni di alcuni suoi discorsi offre poi la dimensione di un leader che, fermo nelle proprie convinzioni, era capace di esporle con la pacatezza che proprio da quella fermezza traeva origine. Queste fanno da interpunzione alla cronaca dei giorni della'agonia in cui i bollettini medici progressivamente toglievano le speranze e in cui il Presidente della Repubblica Sandro Pertini, con una decisione libera da qualsiasi possibile rischio di critica, decideva di restare a Padova per seguire il decorso della degenza portando poi con l'aereo presidenziale la salma a Roma.


La commozione, la partecipazione e i pianti della gente comune sono presentati come testimonianza dell'affetto che legava il leader a quelli che ancora si chiamavano compagni pur avendo da tempo, e grazie proprio anche a Berlinguer, preso le distanze dal modello sovietico.

Rossi viene colpito (e non è il solo) da quel sorriso che un Berlinguer già sofferente rivolge dal palco alla folla mentre sta portando a termine con fatica quello che sarà l'ultimo comizio. Vengono allora alla mente i versi a lui dedicati da Antonello Venditti: "Enrico/ Se tu ci fossi ancora/ ci basterebbe un sorriso/ per un abbraccio di un'ora".